A partire dal primo agosto, la Caritas diocesana di Pesaro ha dato il via ad un nuovo progetto, “Young Caritas”. Si tratta di un tirocinio destinato ai giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, grazie al quale si offre la possibilità di avvicinarsi alla realtà Caritas e di parteciparvi in modo attivo, a contatto diretto con gli operatori, con i volontari e con gli ospiti che quotidianamente frequentano il Centro di Ascolto di via Passeri.
Nel mese di luglio, sono stati effettuati i colloqui di selezione per i 13 giovani che hanno inviato la loro candidatura; Emilia ed Emily sono state scelte come tirocinanti, ma soprattutto come parte attiva della comunità della Caritas diocesana.
Ad un mese dall’inizio dell’esperienza, abbiamo chiesto loro di raccontare come stanno vivendo la quotidianità tra i vari servizi (centro di ascolto, mensa, ambulatorio…), caratterizzata dal continuo confronto con differenti realtà e costituita da accoglienza e disponibilità.
Emily:
Sto vivendo un’esperienza sicuramente formativa. Formativa nel senso che devi mettere da parte ogni tipologia di pregiudizio e fare tanto, tanto spazio alla pazienza e alla voglia di ascolto. Soprattutto devi saperti porre sulla stessa linea delle persone che incontriamo, essere confidente, ma mantenere quel distacco che ti possa permettere di visualizzare la situazione con un punto di vista critico. Difficile sfida, ma grande ricompensa, quando, ad esempio, riesci a trovare un posto per dormire a chi non ha nulla: ti si riempie il cuore di felicità! E quando ti salutano per strada? Una gioia ancora più grande!
Emilia:
Una volta terminato, a maggio scorso, il servizio civile, ho deciso di partecipare alle selezioni per Young Caritas, perché sentivo di essere ancora coinvolta in questa realtà. Già sentivo la mancanza delle persone incontrate come volontaria del servizio civile, e soprattutto avvertivo la necessità di essere utile agli altri. La vita in Caritas è molto variegata, per cui ti trovi sempre a fare qualcosa di nuovo che non hai mai fatto e le difficoltà che incontri quotidianamente ti fanno mettere continuamente in discussione. Quindi sento che non sto ripetendo un’esperienza già fatta, ma ne sto iniziando una nuova, in un ambiente già conosciuto e familiare in cui non si finisce mai di imparare.