Marcia per la pace 2024

Testimoni di pace

Lo scorso 31 dicembre, Pesaro ha avuto l’opportunità di ospitare la Marcia Nazionale per la Pace e di lanciare così un messaggio importante: “Il grido e la richiesta di Pace – come ha detto in apertura l’Arcivescovo Sandro Salvucci – sale oggi dalla nostra città”. Istituita nel 1968 da san Paolo VI, l’appuntamento giunge alla sua 57^ edizione e, oltre all’Arcidiocesi di Pesaro, vede tra gli organizzatori la Cei (Commissione per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace), Pax Christi Italia, Agesci, Azione Cattolica, Caritas Italiana, Movimento dei Focolari Italia, Acli e Libera. Nonostante il giorno dell’anno scelto e le temperature non invitanti, oltre un migliaio di persone si sono riversate per l’appuntamento al Parco Miralfiore nel primo pomeriggio del 31 per poi, attraverso il cavalcavia raggiungere la prima delle tre tappe previste, il Parco della Resistenza. Da lì la Marcia ha ripreso il suo cammino in direzione del centro storico, verso la Chiesa del Porto, seconda tappa, per poi dirigersi in zona mare fino alla Sfera Grande di Pomodoro dove era prevista la terza tappa. Il percorso si è così concluso in Cattedrale con la Santa Messa. Il titolo della Marcia, in piena sintonia con l’anno giubilare e il messaggio di Papa Francesco per la giornata della Pace, era “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua Pace” e i tre momenti scelti per la riflessione hanno avuto come temi quelli del perdono, del debito e del disarmo. A rappresentarli gli organizzatori hanno scelto delle voci autorevoli. Sul perdono è intervenuto Giorgio Pieri fondatore delle Comunità Educanti con i Carcerati della Papa Giovanni XXIII e una delle persone che questa esperienza di rinascita l’ha vissuta in prima persona, insieme a lui è intervenuto Lassina Doumbia, mediatore culturale ed educatore, che ha portato la testimonianza della propria vita, dall’inferno libico alle coste siciliane verso il riscatto di una vita dignitosa in Italia. Sul debito abbiamo ascoltato Gabriele Guzzi, economista dell’Università di Cassino e John Mpaliza, attivista congolese di Peace Walking Man Foundation. “Oggi ci dimostra che un popolo della Pace esiste” ha detto Guzzi, mentre per l’attivista congolese è fondamentale riconoscere tutte le nostre responsabilità sulla depauperazione e ingerenza politica ed economica in Africa che ha fortemente impedito il suo sviluppo e la sua emancipazione. Prima del momento conclusivo in cui tutto il popolo della Pace ha rivolta la sua preghiera perché il prossimo possa essere davvero un anno di Pace, don Fabio Corazzina di Pax Christi ci ha fortemente sollecitato come cristiani a non sentirci esentati dal tema del disarmo e ci ha provocato con tre semplici domande: “Quando parliamo della pace pongo sempre tre questioni e tre domande molto semplici: dove sei? Che cosa, lì dove abiti, costruisce la pace? Tu che cosa fai per la pace?”. Ci portiamo a casa queste parole su cui possiamo interrogarci e trasformare in azioni concrete di Pace nel 2025 appena iniziato.

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