Il Centro d’Ascolto analizza i dati degli ultimi due mesi che hanno cambiato il volto della città a causa del #coronavirus
Chiedere di commentare i dati statistici che enti e associazioni pubblicano sulle loro bacheche ad un operatore del sociale, ad un volontario o a qualsiasi persona che dedica anche solo un minuto del suo tempo per il bene di un altro, è un’operazione molto difficile.
Chi riesce e chi vuole dedicare il suo tempo agli altri per sporcarsi le mani, condividere o imparare vicendevolmente, non riuscirà mai ad elencare numeri di persone, servizi e progetti come se fossero il bollettino di guerra giornaliero.
In tutta l’attività quotidiana di Caritas ogni numero ha una forma, uno sguardo e spesso anche un odore indimenticabile; l’unica cosa che in questi ultimi due mesi è cambiata è che ogni numero ha dietro di sé soprattutto una voce.
Gli ultimi due mesi, i mesi della quarantena da Covid-19, ci lasciano 730 storie nella nostra memoria, 430 persone che hanno contattato la Caritas per cercare un piccolo punto saldo in un momento così incerto. Ci sono le storie di Carlo, che dopo aver letto #stateacasa, ci ha raccontato che lui una casa non ce l’ha ormai da anni e come lui tante altre persone. In questi due mesi siamo riusciti, anche se con molta fatica a garantire ospitalità e vitto a 35 persone e grazie alla sinergia con la Città della Gioia e il Comune di Pesaro, tutti insieme, abbiamo ridotto al minimo la presenza di persone senza fissa dimora nella nostra Diocesi.
Nelle 730 storie ascoltate al telefono ci sono le parole di Saida, di suo figlio positivo al Coronavirus e di suo marito, giustamente messi in quarantena coatta ma con la dispensa vuota e senza soldi per fare la spesa, perché purtroppo il lavoro nero c’è anche a Pesaro e spesso, sono proprio i più deboli a farne le spese.
In questi due mesi, anche grazie all’aiuto logistico della Protezione Civile e della Croce Rossa, siamo riusciti a distribuire 1025 pacchi spesa riuscendo a raggiungere 1552 persone per 455 famiglie. È importante sottolineare che per il 20% dei nuclei famigliari si è trattato del primo accesso ai servizi della Caritas.
Ma oltre al telefono del centro d’ascolto, un altro numero molto caldo è stato quello messo a disposizione per i nostri medici volontari; il centro d’ascolto per la salute ha incontrato telefonicamente 50 persone che in tempi di pandemia hanno fatto ancora più fatica a destreggiarsi tra Covid e pregressi problemi di salute.
Ogni telefonata è una storia diversa e da ogni storia ciascuno di noi ne esce cambiato.
C’è però una cosa che non è cambiata, ed è la presenza della nostra Comunità in questo profondo stato di emergenza. Sono state molte le manifestazioni di aiuto spontanee che in questi mesi abbiamo ricevuto!
Tanti giovani si sono rimboccati le maniche e hanno scelto di dedicare il loro tempo per il bene di tutti, molte persone hanno deciso di avere fiducia nei nostri progetti, altre associazioni ci hanno offerto il loro aiuto sostenendoci materialmente ed economicamente e chi non era nelle condizioni di agire o donare ci ha ricordato costantemente nella preghiera. Per questo motivo, sebbene le difficoltà e le emergenze non sembrano essere in procinto di terminare, ci piacerebbe stringervi tutti in un grande abbraccio di ringraziamento. Grazie a tutti voi, perché il vostro aiuto riduce le distanze!
Andrea Mancini – Coordinatore Caritas Pesaro