Il 30 settembre partirò, insieme ad altri dodici giovani provenienti dalle varie diocesi marchigiane, per una bella e forte esperienza che aspettavo da tanto di vivere: quella che ci permetterà di sperimentare la quotidianità dei campi profughi presenti in Bosnia, punto focale del viaggio che i migranti compiono lungo la rotta balcanica per arrivare poi in Europa.
Questo progetto, promosso da Caritas Marche, si sostanzia in due momenti: il primo, la concreta partecipazione alla vita nel campo dal punto di vista delle varie associazioni di volontariato che vi operano; il secondo, le successive testimonianze che riporteremo poi nelle nostre diocesi marchigiane di riferimento.
Per prepararci al meglio, abbiamo vissuto vari momenti di formazione che ci hanno permesso di conoscerci, arricchire le nostre competenze, rispondere ai nostri dubbi. Alla Casa Sacerdotale dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, sede dei nostri incontri, abbiamo infatti potuto godere dei racconti e dei consigli di preparatissimi relatori, che ci hanno fornito preziose conoscenze necessarie a farci giungere pronti alla partenza. Abbiamo quindi appreso nozioni base di psicologia, legate soprattutto alla reazione delle persone di fronte ad un trauma; ma abbiamo anche conosciuto la storia della Bosnia, un Paese politicamente fortemente diviso, e della rotta balcanica in particolare, nella sua formazione ed evoluzione. Ci è stata data la possibilità di ascoltare esperienze diverse, dal volontariato all’interno dei campi in cui verremo inseriti al giornalismo di guerra, che usa linguaggi e modalità molto differenti da quelle che vediamo sul territorio nazionale.
Abbiamo inoltre preparato insieme delle attività da fare, per coinvolgere le persone che incontreremo mettendo in campo i nostri interessi e le nostre abilità. In ciò siamo stati divisi in due gruppi, che si recheranno in due zone differenti del Paese: alcuni andranno a Sarajevo, la bellissima capitale, mentre altri si recheranno a Bihac, una piccola città di confine.
La data di partenza si avvicina e non stiamo più nella pelle! Speriamo di poter dare tanto a chiunque capiterà sul nostro cammino, e di avere la bravura e la forza di raccontare tutto ciò che loro daranno a noi al momento del nostro ritorno.
Chiara