Da questa settimana è attivo in Caritas un nuovo progetto #tichiamoio, un’iniziativa che vede partecipi molti volontari della Caritas Diocesana e delle Caritas Parrocchiali, in cui ciascun di noi si è impegnato a rimanere in contatto telefonico quotidiano con almeno una persona conosciuta dalla Caritas, cercando così una modalità per condividere la fragilità, starne accanto e restituire un po’ di speranza.
In questi giorni di grande difficoltà per l’intero Paese giunge da tante parti il grido di attenzione verso gli ultimi, verso chi di fronte alla nuova e giusta tendenza del selfie con hashtag “io resta a casa” si trova molto smarrito, perché ahimè la casa non ce l’ha, o meglio, non ha tutto quello che noi siamo abituati a pensare quando nominiamo la parola casa.
Nella nostra Diocesi l’emergenza abitativa ha sempre trovato una risposta abbastanza adeguata, tante associazioni laiche, la Chiesa e le Istituzioni hanno sempre collaborato per garantire ripari sicuri e dignitosi alle persone più in difficoltà. Il centro d’ascolto è sempre stato un riferimento per le persone, ed è sempre stato un “centro d’ascolto” e non un “centro servizi” perché consapevoli che la vera povertà ognuno di noi se la porta dentro di sè; è la povertà delle relazioni e la freddezza che solo la strada e la solitudine ti restituisce, è la sensazione di sentirsi abbandonato da quel Mondo che magari un tempo sentivi di poter abitare con entusiasmo e spensieratezza.
Oggi, che con profondo ed importante senso civico ci troviamo dentro le nostre case, un pensiero va a tutti quelli che vivono in situazioni di emergenza, a tutti quelli che nello stare a casa non possono avere la grande opportunità di vivere relazioni più profonde con i loro famigliari più stretti, a tutti quelli che nella loro “casa” non trovano il riparo dalle ansie e le preoccupazioni di questi giorni difficili.
La speranza è che questo progetto sia anche un piccolo Segno di incoraggiamento per la Comunità a stare vicino al prossimo anche con creative e nuove modalità; probabilmente tutti noi abbiamo qualcuno di cui prenderci cura, un famigliare in difficoltà, un amico rimasto solo o un vicino di casa.
Continuiamo a costruire spazi di relazione con pazienza e dedizione, perché quando tutto questo sarà finito sarà da quelle che dovremo ripartire.