ll Caritas Camp è un’esperienza promossa da Fondazione Caritas Pesaro ETS aperta a tutti i ragazzi che hanno il desiderio di mettersi in gioco, affrontando attività di volontariato, esperienze interculturali e incontri formativi nell’ambito delle povertà.
Nasce come ideale prolungamento di un percorso di formazione sul tema della povertà che la Caritas Diocesana svolge da diversi anni con gli studenti di alcune scuole secondarie di secondo grado in collaborazione con gli insegnanti di religione, ma è aperto a tutti i ragazzi che desiderino fare un’esperienza autentica di volontariato.
Sei giorni di vita comunitaria, formazione e incontri interculturali, con la possibilità di spendersi in prima persona per gli altri a contatto con varie forme di povertà lontano dai luoghi comuni. Come ha scritto una studentessa che ha partecipato alle prime due edizioni, è “un’occasione per stare insieme, dove si impara ad accorgersi degli altri e a non rimanere indifferenti.”
A breve, comunicheremo le date per il Caritas Camp 2023!!
Per informazioni:
Fondazione Caritas Pesaro ETS, tel. 0721.64613 – 366.1786466 – caritas.pesaro@gmail.com
Ecco il racconto del Caritas Camp 2022:
Il Caritas Camp nasce con un grandissimo obiettivo: quello di parlare ai giovani della dimensione del sociale, sensibilizzandoli attivamente. Uno scopo mai banale ed anzi particolarmente complesso, in un mondo all’interno del quale i nostri ragazzi sono spesso relegati all’esclusivo ascolto, senza quasi mai la possibilità di toccare con mano ciò di cui parlano sui banchi di scuola.
Non vedevamo l’ora di ripartire, consapevoli che parlare ai giovani del lavoro che Caritas fa sul territorio pesarese (e non solo) fosse qualcosa che permettesse davvero di piantare un seme dentro questi ragazzi. Un seme che, a prescindere dalla strada che avrebbero scelto di percorrere nella loro vita, li avrebbe sicuramente aiutati a sviluppare un occhio critico ed attento nei confronti della realtà che oggi viviamo.
A raccogliere la nostra proposta un po’ pazza ci hanno pensato, anche grazie alla preziosissima mediazione degli insegnanti, otto studentesse dai 16 ai 18 anni.
Ogni giorno si prestava attenzione ad un tema particolare, dedicando la mattina al volontariato presso i servizi della Caritas diocesana. Il primo tema è stato l’emergenza abitativa. Abbiamo così incontrato la realtà di Casa Mariolina, una casa di prima accoglienza gestita dalla Città Della Gioia, e Casa Tabanelli, una struttura di seconda accoglienza gestita direttamente da Caritas ed i suoi volontari. Qui abbiamo conosciuto la storia Amed, un ragazzo ventenne proveniente dall’Africa ed arrivato in Italia da circa un anno. Amed ha raccontato, a bassa voce e con una grandissima delicatezza, la fatica provata durante il suo difficilissimo viaggio per la libertà, fino ad incontrare qualcuno che si è finalmente speso per lui e che oggi lotta al suo fianco per l’ottenimento del permesso di soggiorno per asilo politico.
Secondo giorno, secondo tema: la tratta degli esseri umani e l’incontro con Comunità Papa Giovanni XXIII presente a Rimini, con l’incontro con Marinella, una sorella di comunità, che ci ha raccontato la sua vita e l’associazione partendo dalla volontà di “condivisione di vita con gli ultimi”.
Il tema della giornata di mercoledì è stato la malattia mentale, introdotta alle ragazze con la bellissima canzone di De Andrè, “Un matto”. “Tu prova ad avere un mondo nel cuore, e non riesci ad esprimerlo con le parole…”, gli emozionanti versi che hanno accompagnato il viaggio pomeridiano all’interno della distruzione di stereotipi di cui spesso siamo carichi. Nel cortile di Casa Marcellina, siamo stati accolti dalla comunità del Ceis di via del Seminario 12, una comunità che ci ha fatto sentire comunità. Dopo un momento di conoscenza reciproca, abbiamo potuto assistere (in anteprima mondiale!) alle prove di uno spettacolo divertente e insieme formativo, realizzato dalle persone disabili con il sostegno di educatori ed operatori. Cosa fare di fronte alle difficoltà della vita? Come reagire quando le situazioni si presentano come avverse, difficili, a volte impossibili? “Non puoi passare sopra, non puoi passare sotto, devi attraversare!”. Questo slogan, ripetuto più volte durante lo spettacolo, è la lezione di vita che abbiamo ricevuto da questo gruppo di persone fantastiche nella loro semplicissima e straordinaria umanità.
Altro giorno, altro tema: le dipendenze, con la sfida di provare a rinunciare all’uso dello smartphone per tutto il resto della giornata. Con stupore, le ragazze hanno accolto subito la nostra proposta. Insieme, le abbiamo invitate a riflettere su quali fossero le cose da cui si sentivano, più o meno, nel bene e nel male, dipendenti, per poi scriverle in un braccialetto di carta che avrebbero tenuto al posto per la restante parte del pomeriggio: con quanta consapevolezza le ragazze, durante la serata, hanno poi raccontato ciò che sentivano! Una relazione tossica, un vizio stupido, ma anche dipendenze “positive” come quella dall’affetto di amici e familiari. La visita della giornata è stata dedicata alla comunità terapeutica educativa femminile “Tingolo”, struttura gestita dalla cooperativa sociale “L’imprevisto” che ospita adolescenti con problematiche di dipendenze o disturbi alimentari. Ci siamo seduti tutti intorno allo stesso tavolo a raccontarci, confrontarci e scherzare su tutte quelle cose su cui ogni ragazzo dovrebbe sentirsi libero di parlare.
Venerdì mattina ci siamo svegliati con un po’ di tristezza: sapevamo che sarebbe stata l’ultima mattina da passare insieme, prima di tornare ai nostri impegni quotidiani. Dopo l’incontro con la testimonianza di Marco Signoretti e il racconto dell’esperienza dell’aiuto al prossimo nel “Villaggio dei ragazzi sorridenti”, di Abbà Marcello, abbiamo fatto una verifica dell’esperienza: tanta ricchezza, tanti stimoli di crescita e di voglia di esserci!
Il Caritas Camp è appena finito, ma già abbiamo voglia di ripartire!!! Ci lasciamo quindi con l’impegno di vedere nascere e crescere il Camp 2023, che ci impegniamo già da oggi a trasformare da sogno a concreta realtà.
Chiara Bruni
Abbiamo raccolto alcune testimonianze dei ragazzi che hanno partecipato all’edizione 2018 del Caritas Camp:
Perché hai deciso di partecipare al Caritas Camp?
“Il Caritas Camp precedente mi aveva colpito così tanto che non avrei potuto non decidere di tornare.” (Lavinia, 16 anni)
“Ricordo di aver aderito di getto alla proposta, perché la sentivo come un’esperienza necessaria per crescere.” (Alice, 18 anni)
Cos’è stato per te il Caritas Camp?
“E’ stata un’opportunità per mettersi in gioco lasciandosi trasportare da esperienze che mi hanno cambiato nel profondo, e da persone che hanno saputo guidarmi in alcune realtà che troppo spesso lasciamo scorrere alle nostre spalle. E’ stata un’occasione per riconoscere i miei limiti, chiamarli per nome ed utilizzarli come punto di partenza per conoscermi.” (Andrea, 16 anni)
“E’ stato un boom di emozioni, scoperte, incontri…è stato meraviglioso quanto sconvolgente.” (Anna Luna, 17 anni)
“Le persone che abbiamo incontrato mi hanno guidata ad uscire dai pregiudizi. Questi incontri mi hanno aiutata a riflettere su tanti aspetti, come l’importanza delle cose che possediamo.”
(Linda O., 16 anni)
“Ho imparato a distinguere le cose importanti da quelle superflue. Ad esempio l’uso limitato del cellulare mi ha fatto capire che non è essenziale e che se si è in giusta compagnia non ci si annoia mai e non si ha bisogno di condividere ogni cosa sui Social. Mi bastava essere felice e condividere la mia felicità con gli altri del gruppo.” (Alessia, 16 anni)
Quale incontro ti ha colpito di più?
“Un’incontro che mi è piaciuto molto, è stato quello con Marcellino, un senzatetto. Mi ha colpita il suo modo di affrontare un problema tanto grande, mi ha trasmesso coraggio e voglia di essere felice e mi ha fatto capire quanto sia importante fidarsi degli altri.” (Linda B., 17 anni)
“L’incontro che più mi ha colpita è stato quello con la comunità ‘L’Imprevisto’, perché essendo tutte ragazze mie coetanee, le ho sentite vicine e molto simili a me.” (Emma, 18 anni)
Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
“Il Caritas Camp mi ha aperto gli occhi sul mondo che mi circonda e mi ha dato la voglia di aiutare queste persone perché ogni essere umano deve essere trattato come tale e non come oggetto; è stata un’esperienza che lascia un segno per tutta la vita”. (Ivan, 17 anni)
“Questa esperienza mi ha lasciato consapevolezza, amore, altruismo e tanta voglia di aiutare il prossimo. La consiglierei a tutte quelle persone che hanno pregiudizi e che giudicano senza sapere la storia che c’è dietro una persona.” (Kathrin, 16 anni)
“Il Caritas Camp mi ha lasciato soprattutto la voglia di continuare a dedicare un po’ del mio tempo a qualcuno bisognoso di riportare nella propria vita un po’ di normalità.” (Esther, 18 anni)
“Ogni limite è un punto di forza, penso che questa sia una frase bellissima che non dimenticherò mai. Sono riuscita a mettermi in discussione, non è stato facile, ma è stata una bella sensazione quella di saper riconoscere un proprio limite e volerlo superare.” (Marusca, 16 anni)
“Il Camp mi ha lasciato tanta curiosità, di andare oltre, in ogni situazione e in ogni cosa che faccio, e ho capito che è necessario andare oltre le apparenze e i pregiudizi per conoscere veramente. Consiglierei questa esperienza a tutti quelli che vogliono mettersi in gioco, che vogliono mettere in discussione le loro priorità, perché grazie al camp qualcosa in loro cambierà, anche in piccolo, proprio come è cambiato in me”. (Sara, 18 anni)